hope marketing e strategia digitale
un male chiamato speranza
Ecco il nemico. Eccolo che si annida in seno ad ogni attività. Oggi non possiamo affidarci alla speranza, non in questo senso.
Sembra assurdo iniziare un articolo così. In fondo che c’è di male nella speranza? Ovviamente parto dalla premessa che non ho nulla in contrario alla speranza intesa come atteggiamento esistenziale, ciò che provo ad individuare come “male” è un certo modo speranzoso di fare business.
- “Abbiamo aperto una fitness boutique, speravamo di avere già un sacco di iscritti.”
- “Stiamo organizzando un contest, speriamo che la gente si prenoti”
- “Secondo te li facciamo 5000 volantini? Qualcuno lì vedrà (si spera)!”
Queste sono solo alcune delle frasi che, in varie accezioni, mi capita di sentire confrontarmi con aziende piccole, medie e purtroppo anche grandi. Sono aziende che nella loro vocazione adottano il famigerato “Hope Marketing” – il Marketing della Speranza o, per come la vedo io, dell’ottimistica attesa.
Ecco la chiave, l’origine del male! Leggo su Wikipedia: «la speranza è la fiduciosa attesa di un bene». Avete visto anche voi il marcio? È nell’attesa. Sì l’attesa, perché agire – e prima ancora vivere – in questa accezione significa far sì che il tempo passi e che qualcosa, in maniera ottimistica, si realizzi. In fondo il problema non è la speranza in sé e tutto ciò che di proattivo essa può comportare. Il germe del male è nella passività, nella reiterata mancanza di strategia. Ora, ci sarà un motivo se un detto recita: «Chi di speranza campa, disperato muore».
In città si è aperto un nuovo panificio e già sento odore di bruciato. No, non è il pane che si è carbonizzato nel forno: è l’hope marketing.
Perché hai aperto proprio in quella zona? Non c’era forse un altro panificio a 200 mt di distanza? Sì il tuo logo è simpatico, ma che cosa comunica? Chi sono i tuoi clienti? Cosa fai per intercettarli? Hai lanciato una sponsorizzata su Facebook tutta da solo, ottimo! Hai notato che c’era troppo testo nell’inserzione? E dov’è il prodotto? Sì ok, c’è la leva del prezzo. Ma perché devo venire proprio da te?
Ammettilo, hai deciso di fare un po’ di “volantinaggio”. Magari al mercato, lì c’è un sacco di gente anche se si fa una volta a settimana a km di distanza dalla tua attività. Perché non un bel 6×3 con il 20% di sconto? Massì! Qualcuno lo vedrà! Qualcuno capirà! Speriamo.
Ecco il nemico. Eccolo che si annida in seno ad ogni attività. Oggi non possiamo affidarci alla speranza, non in questo senso. Lungi da me dire che il digital marketing e i metodi che in generale si seguono nel mondo del marketing operativo siano infallibili ed impeccabili: saremmo tutti ricchissimi. Però la strada da seguire è una e una sola: la strategia.
Strategia è analizzare tutto ciò che ci circonda: clienti, concorrenti, noi stessi. Strategia è gettarsi in avanti in virtù di un obiettivo da raggiungere. Strategia è azione che si adatta a seconda della retroazione della realtà. Strategia è pianificazione, progettualità, capacità di schieramento delle pedine in campo. Strategia è darsi una promessa e lavorare per mantenerla.